L’epifania di Jibrain

epifania di jibraim

E una notte di dicembre del 2015, un gruppo di siriani, misera carovana di profughi, attraversa il deserto diretta al confine, in fuga dalla guerra, sognando una terra pacifica dove fermarsi. Fatto tragicamente vero e attuale. Accresce ancor più il dramma lo smarrimento nel deserto, nel buio della notte, di uno di loro, il piccolo Marwan (qui Jibrain), rimasto isolato e solo. Ma quella notte di dicembre resta pur sempre notte di avvento e di nascita. Così, là nel deserto, lungo l’antica via carovaniera che conservava l’orma lasciata dai Re Magi in cammino verso Betlemme,le tre figure leggendarie si materializzano agli occhi incantati del piccolo Jibrain, alla luce della cometa. E fu davvero miracolo. Venne l’alba e il fanciullo riprese il cammino, seguendo l’imperativo dell’amore. E il ricongiungimento del fanciullo con i genitori, fu salutato dalla ricomparsa della stella cometa che fermò su di loro il suo percorso e illuminò, fra la massa dei rifugiati, quel loro ricomposto presepe vivente.

RECENSIONI

L’Adigetto

Un libro per bambini che sostiene il progetto UNICEF «Assistenza e cura Bambini siriani nei campi profughi»

Con la chiusura delle scuole, certamente è utile pensare di spingere bambini e ragazzi a leggere, perché il tempo delle vacanze sia anche un tempo di conoscenza e riflessione, e non soltanto di riposo tout court.
Ho già parlato di letteratura per i ragazzi e dunque non posso non ricordare Jesi Soligoni, i suoi romanzi e racconti che hanno il sapore della favola, spesso qualche crudezza della realtà, sempre sono la rivelazione di una sensibilità straordinaria.
E avvicinano delicatamente i piccoli lettori e lettrici all’attualità, toccando anche temi dolorosi e difficili.

Questo breve racconto di Alessandra Jesi Soligoni – già recensita più volte – ci trasporta nel mondo dolente dei migranti e ci presenta il piccolo Jibrain, il cui povero villaggio è martoriato dalla guerra.
In cerca di salvezza, con una misera carovana di siriani, fugge, in cerca di una vita migliore, ma si perde nel deserto e nel buio della notte.
«Che gli stava succedendo?… Dov’erano ora sua madre Yasmin, e la tenera sorellina Amal, e Asif suo padre…? Isolato dalla carovana, senza la sua famiglia, nel cuore del deserto si sentiva perduto.»

È la notte di Natale, che «resta pur sempre notte di avvento e di nascita»: il piccolo fuggiasco, «volgendo gli occhi verso l’alto, vide comparire nel cielo una grande, luminosa stella cometa».
E sogna i magi, «dall’aspetto regale e tanto potente da incutere rispetto e devozione, e magico timore».
Dorme, avvolto nello scialle della sua mamma, e quando si sveglia è pronto ad andare verso sud, dove ritroverà la sua famiglia. E tutti insieme, abbracciati, sembreranno un piccolo presepe.

Le illustrazioni che accompagnano il racconto sono molto belle, delicate e poetiche, come la prosa di Alessandra Jesi Soligoni che si rivolge ai lettori giovani, ma sa parlare al cuore di tutti, giovani e meno giovani.
Questo libro sostiene il progetto UNICEF «Assistenza e cura Bambini siriani nei campi profughi».

LINK

 

 

 Annamaria Gatti - attentiaibambini.blogspot.com

UN LIBRO PER UNICEF, UNA SPERANZA: L’EPIFANIA DI JIBRAIN, IL DOLORE DI TANTI RAGAZZI

 

Alessandra Jesi Soligoni ci ha abituato negli anni ad albi di grande valore, non solo narrativo, ma anche valoriale e illustrativo.
Questa ultima  proposta conserva tutto il fascino del suo impegno in favore dell’età evolutiva, nel racconto di un episodio vero,  avvenuto nel dicembre del 2015, che trova collocazione in uno scenario pittorico, grazie all’opera talentuosa di Cecilia Brianese,  tanto emozionante, quanto solenne.
Jibrain (Marwan nella realtà) è un ragazzetto siriano e si perde nel deserto durante la fuga, con la sua famiglia,  dal male oscuro della guerra.
Il dramma si intreccia con un’Epifania celebre e ugualmente intensa: i tre Magi appaiono e  ripercorrono una carovaniera, per indicare la via che porterà il giovinetto a ritrovare la famiglia, anche  con l’aiuto della cometa. Sì… della Cometa! L’incanto e la speranza dopo lo strazio avvolgono Jibrain e danno senso alla paura e all’alba nuova che lo porta in salvo.
Sono molte le ragioni che incontrano il valore dell’opera di Alessandra Jesi Soligoni, oltre all’indubbio merito di appoggiare un progetto in favore dei bambini siriani. Il racconto è di una attualità sconcertante. Non c’è, alla luce degli eventi attuali,  luogo definito per questo dramma,  tanto è diffuso nei continenti e nel tempo.
Oggi i ragazzi sono davvero nella sofferenza, che la pandemia ha diffuso senza risparmiare nessuno: il deserto si è anche materializzato nelle case, nelle scuole, nella società in quarantena, lasciando strascichi che gli psicologi e gli psichiatri segnalano pesanti.
Allora questi nostri figli e nipoti sono tutti Jibrain, perchè chiedono luce, via per un cammino sicuro, che li accompagni fuori da questa guerra distruttiva delle relazioni vitali.
A noi il compito di trovare la stella cometa per noi e per loro, e sul sentiero le orme dei saggi e dei grandi che ci indicano la via, da perseguire con tenacia e responsabilità.
Il presepe vivente con cui si conclude il libro, ci rassicuri nella speranza che l’unità e la solidarietà ci aprano scenari di pace.
pubblicato da Annamaria Gatti
.
.
.
Pino Boero – Pinoboero.com – estate 2021
Con romanzi esemplari come Ines del traghetto (1974 e 2012) e L’eredità dei Bisnenti (1982 e 2010), e ovviamente con moltissimo altro, Alessandra Jesi Soligoni ha attraversato, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, gli spazi del rinnovamento della nostra letteratura per l’infanzia. Dalla sua produzione, oltre alla finezza psicologica nel tratteggio dei personaggi, emerge una particolare sensibilità ambientale  (esemplari al riguardo Memoria negli alberi di Ugo Foscolo,  2017 e La Luna e la Betulla, 2019) che si coglie anche questo recente breve albo che, tratto da una storia vera, racconta di Jibrain ragazzo siriano che in un dicembre natalizio si perde nel deserto: con la famiglia è in fuga dalla guerra e improvvisamente si trova solo fra la sabbia, si addormenta e ciò che viene dopo segna il passaggio dalla realtà al sogno: appare in cielo una stella cometa e “tre imponenti figure” stanno arrivando… Dirò che la storia si conclude bene (con quegli “aiutanti magici”, stella cometa e Re Magi, non poteva andare diversamente), Jibrain ritrova in un centro d’accoglienza oltre confine il calore della famiglia e a noi lettori, oltre al piacere del testo, resta anche quello dell’impegno della scrittrice e del suo testo a favore dell’Unicef, elemento di non poco conto visto che troppo spesso oggi anche gli scrittori più “impegnati” sono lontani da queste forme di partecipazione.