Tante storie nello zaino

zainoEdizioni Il Rubino 2008

I racconti, idealmente riposti nello zaino alla maniera un po’ disordinata e confusa dei ragazzi, trovano un loro elemento unitario  comune nell’età dei protagonisti, tutti adolescenti, che danno vita a vicende diverse. Nella narrazione si incontrano personaggi che vivono la loro condizione adolescenziale, talora scontrandosi con la società in cui vivono, come accade a Sergio in “L’appuntamento”, atre volte offrendo alla società contributi generosi e correttivi, come Nicola nel racconto omonimo. Vi affiora un variegato mondo di sentimenti giovanili, un mondo molto intimo e segreto, spesso difficile per l’adulto da penetrare e capire, come la sofferenza di Patrizia in “Amiche per la pelle” e si potrebbe dire che i protagonisti di questi racconti abbiano l’animo ricco di vibrazioni, come le corde di un volino. Ma non è questa una condizione comune a tanti adolescenti? Forse da queste storie viene anche un invito: quello di ascoltare, adulti come ragazzi, le vicende altrui per capire  meglio non solo gli altri ma soprattutto se stessi.

RECENSIONI

Domenico Volpi

Veniamo ai libri per i ragazzi delle Medie, privilegiando quelli di autori italiani dotati di uno stile personale e valido anche sul piano linguistico. Tante storie nello zaino, di Alessandra Jesi Soligoni (Ed. Il Rubino), avvince con dieci storie di ragazzi e ragazze (a tema sociale, familiare, adolescenziale, spirituale) di singolare forza e «verità». Un volume munito di apparato didattico, che però si distacca dalla funzione didattica per assumere il valore di un testo succoso e intenso, dal tono pacato ed intimistico oppure concitato ed appassionato, dallo spazio sapientemente distribuito tra i calibrati dialoghi e le opportune riflessioni, fra i più adatti ad una lettura adolescenziale. Due citazioni: la prima è tratta da Francesca canta e ballain cui una ragazza diversamente abile affronta la quotidianità della vita scolastica: «Francesca borbottava qualcosa con voce di pianto, continuando la sua inutile protesta di bambina, che ha nel petto un cuore più grande della mente»; la seconda da Nicola, vicenda che vede protagonista un povero ragazzo ed un immigrato clandestino: «La madre, che non aveva piùlacrime, era diventata asciutta come una stella marina, essiccata sullo scoglio».

Silvia Viola

Esistono molti libri che raccontano tante storie: storie inventate, storie vere, storie drammatiche e storie divertenti. Ma ce ne sono altri che parlano di problemi a volte non considerati e troppo trascurati. Uno di questi è proprio quello di Alessandra Jesi Soligoni, intitolato “Tante storie nello zaino”. L’autrice, nata a Treviso, ha conseguito la laurea in lettere e ha insegnato in una scuola media secondaria di I° grado; ha scritto libri di letteratura giovanile, tra i quali possiamo ricordare “Ines nel traghetto”, “L’eredità dei Bisnenti” , “Il cuore in un diario” e, appunto, “Tante storie nello zaino”. Quest’ultimo è un libro che spiega in maniera accattivante il nostro mondo giovanile e adolescenziale, denso di problemi, paure, emozioni, sentimenti, disagi e felicità. Il modo in cui  riesce a raccontare tutto ciò è particolare: infatti, l’autrice riesce a descrivere noi giovani attraverso storie di adolescenti, ognuno con problemi differenti tipici della nostra età.
C’è per esempio, la storia di Sonia, che narra di un pensiero che molto spesso ossessiona noi ragazzi, in particolar modo le ragazze, ovvero quello del nostro aspetto fisico, del nostro peso e di cosa gli altri possano pensare di noi. Sonia , infatti, è una ragazza che solo per qualche chilo in più, si considera una giovane grassissima e brutta. Rifiuta gli inviti alle feste e addirittura ha incominciato a staccarsi dalla sua migliore amica, Irene, la quale è magra e alta. Ha paura del giudizio degli amici e così si isola in se stessa, soffrendo per ogni cosa. Mangia per disperazione, ma, dopo le abbuffate, ha troppi sensi di colpa. Tutto ciò cambia quando un suo nuovo compagno di classe, la nota e la apprezza. Sonia, all’inizio fa fatica ad assecondarlo, ma quando comprende che lui l’ama veramente, comincia ad avere fiducia in se stessa e ad amarsi, come facevano tutte le altre.
Sono presenti inoltre molte altre storie, tra cui quella di Patrizia, che soffre per la nascita del nuovo fratellino o quella di Sergio, di Nicola, di Orazio.
La lettura delle pagine del libro mi è piaciuta molto, perché, con i suoi dieci avvincenti racconti, riesce a spiegare nei minimi particolari i piccoli grandi problemi e disagi che caratterizzano il mondo adolescenziale, dando loro voce e corpo. Infatti capita che a volte gli adulti non si accorgano di questi tristi e dolorosi pensieri, con la conseguenza che si soffra ancora di più. Inoltre, il testo è strutturato in maniera tale da essere di agevole comprensione e da rendere ancora di più apprezzabile il contenuto e il lavoro svolto dall’autrice.

Claudia Camicia

A volte, ammettiamolo, abbiamo dei pregiudizi quando ci accingiamo a recensire un testo di narrativa con apparato didattico: leggiamo uno o due racconti a caso, scorriamo l’appendice e diamo un giudizio “scolastico”. Con questo convincente libro non è stato possibile: dopo la prima storia, succosa ed intensa, non abbiamo potuto evitare di gustare tutto. La perfetta misura del testo, mai prolisso né stringato, il tono pacato ed intimistico oppure concitato ed appassionato, lo spazio ben distribuito tra i calibrati dialoghi e le opportune riflessioni, permettono di classificare questa prova tra le più adatte ad una lettura adolescenziale. Tra le dieci storie (a tema sociale, familiare, adolescenziale, spirituale) è difficile segnalarne solo alcune quindi preferiamo lasciarvi l’impressione generale di una lettura che cattura l’animo e l’attenzione con le seguenti citazioni: la prima è tratta da “Francesca canta e balla” in cui una ragazza diversamente abile affronta la quotidianità della vita scolastica: “Francesca borbottava qualcosa con voce di pianto, continuando la sua inutile protesta di bambina, che ha nel petto un cuore più grande della mente”, la seconda da “Nicola”, vicenda che vede protagonista un povero ragazzo ed un immigrato clandestino: “la  madre, che non aveva più lacrime era diventata asciutta come una stella marina, essiccata sullo scoglio”.

Claudia Camicia