Questi ragazzi

QUESTI RAGAZZI

Edizioni Il Rubino – 2015

20150329_185705-1Questa nuova raccolta di racconti ha per protagonisti dei ragazzi, colti nell’età preadoloscenziale e adolescenziale, età mutevole come i cieli di primavera, in cui si manifestano cambiamenti fisici e spirituali, che talora alternano paure alla sicurezza, delusioni alle certezze, insoddisfazioni alla fiducia. Sono ragazzi in movimento, in cerca di una propria identità e di un’immagine di sé, in cui riconoscersi. Ma si percepische anche la relazione con il presente, con l’attualità, con la cronaca dei nostri giorni e con accadimenti del nostro tempo.

 

 

 

RECENSIONI

 

Pagine Giovani – novembre 2015

In questa raccolta di racconti, che si può considerare una naturale prosecuzione della precedente Tante storie nello zaino, sempre per i tipi delle Edizioni Il Rubino, Alessandra Jesi Soligoni immette un elemento innovativo, costituito dal contatto con la cronaca, con i fatti di attualità che non possono essere misconosciuti o elusi. Anzi essi penetrano nel tessuto esistenziale dei giovani protagonisti, scuotendoli, o quanto meno non lasciandoli indifferenti. Questo coinvolgimento si concretizza e traduce in un linguaggio incisivo, realistico che l’autrice trevigiana ha saputo ben armonizzare con il fluire naturale della narrazione. La Soligoni rivela in questa nuova prova letteraria, come in altre sue precedenti opere di successo, una particolare sensibilità e acutezza nell’analizzare le varie problematiche che ruotano attorno al “pianeta adolescenza”, frutto anche della sua trascorsa esperienza di docente.

L’autrice conferma la sua abilità nell’offrire il punto di vista di un ragazzo d’oggi, alle prese con la ricerca di sé, sondandone il variegato mondo interiore. Ecco, quindi, affiorare sulla pagina scritta: la mancanza di autostima che subentra in un adolescente quando l’idea di sé non corrisponde a certi stereotipi, imposti come modelli dai vari mass media, la difficoltà di accettare il proprio corpo, la paura di affrontare la realtà e il bisogno di rifugiarsi in un mondo fantastico, come accade alla protagonista del racconto I sogni di Agata. Sono adolescenti che vivono con problematicità la vita piena di contraddizioni del loro tempo, scontrandosi spesso con il mondo degli adulti da cui si sentono incompresi e talvolta abbandonati.

Undici storie, pregne di valori che con naturalezza emergono in superficie attraverso la descrizione di caratteri, di atmosfere, di luoghi. Valori che oggi sembrano scomparsi o considerati fuori moda o scomodi. Ad esempio, nel racconto L’habitat del lupo, è una “nuova coscienza ambientalista” che si sposa con il rispetto per ogni vita anche quelle apparentemente più insignificanti. Ne L’insegnante precaria è un’idea di scuola innovativa che si fa paladina dei “bisogni interiori e spirituali dell’essere umano” contro i limiti culturali e morali della nostra società.

Credibili i ritratti di questi adolescenti che come Agata credono ancora nei sogni, portatori di un felice cambiamento che potrà favorire l’incontro con una nuova dimensione dell’essere. O come Giulio che in una normale vacanza estiva s’imbatte nella realtà drammatica dei migranti e dei loro “viaggi senza speranza” o come Emilio, facile preda di un gruppo di bulli, perché considerato diverso.

In questi racconti si affacciano mondi apparentemente lontani come l’Afghanistan del giovane Zaher, resi a noi vicini attraverso la cronaca scandagliata dai mass media e, a volte, cristallizzati nella loro realtà virtuale.

Tematiche forti quella affrontate, purtroppo tristemente attuali come l’anoressia che colpisce Anna, una ragazza alle soglie dell’adolescenza, parte di una famiglia definita normale e serena che tuttavia non sa preservarla dal suo “male di vivere”. Il tema della droga è descritto in tutta la sua palpabile drammaticità nel raccontoIncontro al buio. Ed è proprio un buio esistenziale quello che dilania Stefan, il cui mondo viene privato di ogni valore e senso quando cade nel baratro degli stupefacenti.

Giovani alle prese con una società di cui non si sentono parte, ma che a volte trovano una mano tesa che li aiuta, non senza prove, a uscire dal tunnel, rivelando loro l’armonia del creato di cui tutti facciamo parte.

A una prima e veloce lettura sembra che la speranza non alberghi in queste vicende che fotografano senza sentimentalismi la condizione esistenziale degli adolescenti d’oggi, come fosse ”una stagione di felicità negata”. In realtà, tra le maglie sottili e soffocanti della quotidianità, questi “protagonisti di carta” rivelano “una sorprendente capacità di perdersi e di ritrovarsi”. Con il coraggio e l’impulsività propri della loro età lanciano “messaggi di fiducia, di confronto e di riflessione”, non rinunciando a gridare “ad alta voce” il loro insopprimibile bisogno “di un mondo migliore”. Sta a noi adulti cogliere questo grido e non lasciarlo cadere nel vuoto.

Unica nota dolente da segnalare, a nostro avviso, è l’apparato didattico un po’ troppo invasivo, alla fine della pubblicazione. Sarebbero state più che sufficienti le esaurienti e chiare note dell’Autrice poste a corollario di ogni racconto.

Genere: racconto. Età: dai 12 anni.

Lorenza Farina